La costituzione del 1848: atto fondativo della Svizzera moderna

Olivier Meuwly, 12 settembre 2023

Il 12 settembre 1848, a Berna, viene proclamata ufficialmente l'adozione della Costituzione federale nell'unanime consapevolezza di essere di fronte a una svolta epocale. Questo documento è tuttora uno dei principali fondamenti della Svizzera moderna.

La proclamazione della Costituzione segna la fine di due decenni di conflitto tra i Cantoni cattolici, legati alle istituzioni tradizionali, e i Cantoni liberali radicali, che aspirano a una completa riorganizzazione del Paese, con l’abrogazione del Patto federale che regge la Svizzera dal 1815 e l’adozione di una Costituzione che punta a una maggiore centralizzazione. Entrambi gli schieramenti si considerano eredi della libertà dei Waldstätten, ma le loro visioni del futuro divergono.

Le tensioni si acuiscono soprattutto nel 1844 con l’arrivo dei gesuiti, chiamati ad assumere le redini dell’istruzione nel Cantone di Lucerna, e si rivolvono nel novembre del 1847 con la guerra del Sonderbund, peraltro breve. La vittoria delle truppe radicali sotto il comando del generale Dufour, desideroso di evitare spargimenti di sangue, spiana la strada a un vasto progetto costituzionale.

Primavera dei popoli

La rapidità con cui vengono condotte le operazioni militari impedisce alle grandi potenze continentali di interferire nelle vicende svizzere. Ostili a qualsiasi iniziativa proveniente dai Confederati e desiderose di non perdere la propria egemonia, le grandi potenze devono far fronte ai moti rivoluzionari che attraversano tutta l’Europa e spingono la popolazione in rivolta a erigere barricate a Parigi, Berlino, Milano e Vienna. È scoppiata quella che verrà chiamata la «primavera dei popoli».

Allo stesso tempo le grandi potenze devono fare i conti anche con la prudenza della Gran Bretagna, che appoggia i radicali svizzeri artefici della riforma costituzionale in atto e desiderosi di mantenere la stabilità nel continente. I futuri autori della Costituzione approfittano di questo contesto favorevole per lavorare con efficienza, sapendo che il fallimento del progetto rischierebbe di compromettere la sicurezza del Paese. Un’atmosfera che favorisce il compromesso.

I futuri autori della Costituzione approfittano di questo contesto favorevole per lavorare con efficienza, sapendo che il fallimento del progetto rischierebbe di compromettere la sicurezza del Paese. Un’atmosfera che favorisce il compromesso.

© Burgerbibliothek Berna, Gr.D.63

Introduzione del bicameralismo

Anche se ci vorrà del tempo prima che i Cantoni conservatori accettino le nuove istituzioni, la Costituzione getta le basi per la futura riconciliazione. Propone un sistema bicamerale che prevede una Camera in rappresentanza del popolo nella sua unità, il Consiglio nazionale, e un’altra in rappresentanza dei Cantoni, dotata degli stessi poteri, che conta due delegati per ogni Cantone. Grazie a questo bicameralismo, la Costituzione schiude le porte a una coabitazione tra i contendenti della guerra del Sonderbund e le loro visioni antagoniste della storia e del divenire della Confederazione. Il sistema bicamerale, in parte ripreso dal modello americano e adottato dopo epici dibattiti, è senza dubbio la pietra d’angolo della nuova architettura istituzionale della Confederazione.

Tuttavia, la Costituzione adottata il 12 settembre non può essere ridotta al solo al sistema bicamerale tanto più che risolve anche il problema del governo del Paese. Fino ad allora gestita da una Dieta, ossia una mera assemblea di ambasciatori privi di potere decisionale, la «nuova» Svizzera dispone di un Consiglio federale formato da sette membri autorizzati a parlare a nome della Svizzera e a difenderne gli interessi sulla scena internazionale in pieno caos. Allo stesso tempo la Svizzera accoglie con benevolenza i rifugiati politici che la repressione delle monarchie europee spinge all’esilio.

Cittadinanza svizzera

In questo periodo nasce anche la cittadinanza svizzera, che trascende il sentimento nazionale fino ad allora basato esclusivamente sull’appartenenza a un Comune e a un Cantone, e parte un’altra importante riforma istituzionale: la revisione della Costituzione. Mentre il Patto federale del 1815 non contiene alcuna clausola al riguardo, la Costituzione del 1848 prevede una procedura di revisione della Costituzione che coinvolge il popolo – che può chiedere di avviarla ed è chiamato a ratificarla – e i Cantoni. Ma la procedura è macchinosa: la revisione può solo essere totale e il meccanismo è utilizzato solo raramente. Il sistema delle iniziative popolari verrà introdotto più tardi.

La versione originale della Costituzione del 1848 è un documento prezioso, raro e molto fragile. È conservata presso l’Archivio federale.

© Servizi del Parlamento, 3003 Berna / Rob Lewis 

Un mercato comune

La Costituzione del 1848 riconosce ai cittadini della Confederazione diritti fondamentali a livello nazionale, come la libertà di associazione e di domicilio, anche se gli svizzeri di fede ebraica dovranno aspettare il 1866 per ottenere gli stessi diritti di quelli di fede cristiana. La libertà di domicilio ha un ruolo decisivo nella trasformazione della Svizzera in un vero e proprio «mercato comune», libero dalle innumerevoli frontiere interne che penalizzano gli scambi economici sul territorio. I pedaggi interni vengono aboliti. Le tasse e i dazi possono essere riscossi solo alle frontiere esterne della Confederazione e ne costituiscono la principale risorsa finanziaria fino al 20° secolo.

La Costituzione prevede anche l’unificazione monetaria e postale, che viene attuata abbastanza rapidamente, così come l’unificazione dei pesi e delle misure, che avrebbe dovuto attendere ancora diversi anni prima di diventare effettiva. Per dotare la Confederazione dei mezzi necessari ad affermare e difendere la propria indipendenza, l’organizzazione di un esercito federale appare imprescindibile, ma la montagna partorisce un topolino. Per non urtare i sentimenti federalisti o mettere a repentaglio le fragili finanze federali, alla Confederazione viene affidata solo l’istruzione militare, maggiormente centralizzata. La neutralità, considerata piuttosto uno strumento politico, non rientra negli obiettivi federali.

Una struttura flessibile e destinata a durare

La struttura costituzionale adottata nel 1848 non ha subito modifiche fondamentali. Precisa nei suoi principi, si è dimostrata abbastanza flessibile da assorbire i numerosi adeguamenti imposti dall’evoluzione della società. Tuttavia, dagli anni 1850, si accendono aspri dibattiti sull’eventualità di centralizzare maggiormente il Paese che portano a una serie di riforme grazie alle quali vengono introdotte importanti innovazioni, come il referendum legislativo facoltativo nella revisione del 1874 o, in un secondo tempo, l’iniziativa popolare. I contenuti della Costituzione possono così evolvere sotto il controllo permanente del popolo, unico titolare della sovranità.


A proposito dell'autore

Olivier Meuwly lavora per l’amministrazione cantonale vodese ed è autore di varie opere sulla storia vodese e svizzera, ma anche sulla storia delle idee e dei partiti politici. Il suo ultimo volume pubblicato si intitola: «Une brève histoire constitutionnelle de la Suisse» (Alphil, 2023).

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