Consegnato il Premio per il federalismo 2024 al Forum del bilinguismo
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Per la sua seconda edizione, il festival di traduzione e letteratura ha offerto un programma molto variegato, proprio come lo è il mestiere del traduttore. Il 6 marzo scorso, al centro Le Nouveau Monde di Friburgo è stato reso onore alla cultura con discussioni tra l’altro sull’importanza delle immagini, sull’arte del giallo e sul teatro. Thierry Steiert, sindaco di Friburgo, ha raccontato un aneddoto personale a titolo di benvenuto: «Per me questo festival è un Heimspiel (n.d.r. partita in casa) sotto diversi punti di vista, visto che sono sia avvocato che traduttore. Ho dovuto imparare a frenare la mia creatività nella traduzione di testi legali e a lasciarla fluire per i messaggi e i testi amministrativi».
Concorso di traduzione aperto a tutti
Il concorso di traduzione, alla sua prima edizione, ha riscosso grande successo, con circa 120 testi presentati da 150 partecipanti. I premi hanno ricompensato la musicalità, la coerenza, l’audacia e la vena poetica dei traduttori, tutti non professionisti, che si sono cimentati nella traduzione di poesie di Thierry Raboud, Eva Maria Leuenberger e Ariane von Graffenried. La classe bilingue 2e3Z del Collège Saint-Michel di Friburgo ha raccolto i consensi della giuria che le ha assegnato il premio riservato alle classi per l’inventiva, la precisione e la serietà di cui ha dato prova nel tradurre Sehnsucht di Eva Maria Leuenberger.
Dibattito sulla traduzione automatica
Il dibattito sugli algoritmi è stato molto interessante, sebbene abbia diviso i partecipanti. La dimostrazione fatta da Samuel Läubli dell'Istituto di linguistica computazionale di Zurigo sulle prestazioni dei traduttori automatici ha a dir poco infastidito i puristi convinti che queste tecnologie impoveriscano la lingua. Di altro avviso Camille Logoz, traduttrice letteraria di 28 anni, che ha ammesso di utilizzare questi strumenti informatici per risparmiare tempo e concentrarsi sui dettagli.
Sono i dettagli a dare pepe al romanzo noir. Inizialmente, con La coach/Die Coachin di Nicolas Verdan, la traduttrice Hilde Fieguth pensava di avere a che fare con un'opera classica, sottile, senza eccessi di stile. Giunta agli ultimi capitoli si è invece resa conto di avere tra le mani un vero e proprio giallo. Lydia Dimitrow, invece, si è arrovellata per rendere il linguaggio sanguigno e talvolta violento di Derrière les panneaux, il y a des hommes/Asphaltdschungel di Joseph Incardona. Del resto l'autore non nega che questo è il romanzo più cupo e spietato che abbia mai scritto.
Un manifesto in tre lingue
Tre donne provenienti da mondi totalmente diversi, ma legate da una città: Bienne. Fork Burke, Myriam Diarra e Franziska Schutzbach sono le autrici di I will be different every time in cui descrivono la realtà delle donne nere nella città bilingue. Dalle piccole vessazioni al razzismo più abietto, i loro racconti di vita quotidiana non lasciano nessuno indifferente. Il libro ha inoltre la particolarità di essere scritto nella lingua madre di ognuna delle autrici, ossia in inglese, francese e tedesco. La lingua non è mai stata un ostacolo, affermano le tre autrici, e la collaborazione è sempre stata molto fluida.
Data la situazione attuale, gli incontri si sono svolti in diretta streaming. Il pubblico ha potuto interagire via schermo.
Riferimenti bibliografici:
Nicolas Verdan : La coach (éditions BSN Press, 2018), Die Coachin (Lenos Verlag, 2020)
Joseph Incardona : Derrière les panneaux, il y a des hommes (éditions Finitude, 2015), Asphaltdschungel (Lenos Verlag, 2019)
Fork Burke, Myriam Diarra et Franziska Schutzbach : I will be different every time (Verlag Die Brotsuppe, 2020)